About me

Mi chiamo Giacomo. Ho 26 anni e vivo a Monaco, dove studio Sport Business Management. La mia passione per le corse nasce da bambino: a tre anni il primo kart, a cinque la prima gara, a sei la prima vittoria e così via…poi stop; il sogno finisce, perché a volte i sogni restano belli soltanto in quanto sogni. Belli da raccontare…e magari inventare dopo un bicchiere di troppo. Credetemi però: fra una miriade di errori, fino ad esso quello è il mio unico rimpianto. Fine prima parte. La passione tuttavia non la si compra al supermercato, il cuore non te lo può rubare nessuno e alla fine dalle corse si impara a vivere in un modo o nell’altro. Tuttavia ho sempre voluto che la mia passione diventasse il mio lavoro e nel 2007 ci sono riuscito. Ho iniziato come giornalista, reporter….tante promesse, tante soddisfazioni ma anche tante delusioni. Ci ho creduto tantissimo, ma poi la realtà è che scrivere e leggere oggi sono soltanto un hobby. O meglio: la banalità è pagata – seppur poco -, mentre l’arte, come al solito, si lascia morire. E allora tanto vale cambiare. Fine seconda parte. Scrivere ormai è soltanto un hobby, mi serve a curare la frustrazione mai sopita di non essere diventato pilota. Nel mentre però ho vissuto un anno in Svizzera, in una vera e propria officina dell’alienazione umana. Poco importa però; lì, guardando negli occhi quelli che Dino Risi chiamava “Mostri sociali” ho imparato due cose: 1) la prigione è il luogo dove si rivendica a se stessi il diritto di vivere e 2) meglio dormire libero in un letto scomodo che prigioniero in un letto comodo. Ma poco importa adesso, ai tempi avevo bisogno di soldi per pagarmi il mio sogno. Io ho lottato e vinto, ma è stata molto dura. Fine terza parte. Ok. Adesso so l’inglese, ma due anni fa ero un disastro. Per continuare il mio sogno decisi di andare in Nuova Zelanda. Roba tosta, eppure il senso di libertà nel guardare il cielo australe in una notte d’estate o il calore dell’alba dopo una notte di lavoro sono cose che mi porterò per sempre nel cuore. Adesso vivo nel posto più mondano del mondo, ma credetemi, quando sento il bisogno di scrivere, la mia testa torna laggiù. Fine quarta parte. Ma poi che ve lo dico a fare, alla fine ognuno di noi ha la sua storia, la differenza è che alcuni sanno raccontarsi meglio degli altri. Io ci ho provato in 400 parole, ma tanto è sempre la stessa storia: dentro un casco si provano sentimenti che a volte non ci sono parole per descrivere…Buona lettura.

Lascia un commento

by Giacomo Sgarbossa